Il Tau è una lettera degli alfabeti greco ed ebraico corrispondente alla nostra “T”.
Fin dai primi tempi della Chiesa cristiana il Tau venne assunto come segno di particolare devozione per divenire, con san Francesco d’Assisi, supporto di una vera e propria mistica.
Il motivo della importanza di questa lettera si trova nel Vecchio Testamento, al celebre testo del profeta Ezechiele (9, 4): “Va attraverso la città, va attraverso Gerusalemme e traccia il segno del Tau sulla fronte di quegli uomini che sospirano e gemono a causa delle abominazioni che ivi si commettono”. Questo passo era stato commentato da tutti i Padri della Chiesa ed era frequentemente sviluppato nelle prediche del medioevo, rendendo così il Tau ed il suo significato molto diffuso tra il popolo.
Il fervore popolare vedeva in questo segno un mezzo miracoloso per essere preservati dalle malattie. Nel medioevo, si portava il Tau sull’anello al dito o come amuleto al collo. Lo si disegnava su pergamene, lo si dipingeva sugli stipiti delle porte contro la peste. Nel Nuovo Testamento, san Giovanni apostolo parla del Tau, senza citarne il nome, nel libro dell’Apocalisse (7, 2-14, 1-7), presentando gli eletti come segnati sulla fronte dal Sigillo dell’Agnello, impresso da un angelo venuto dall’Oriente.
Con san Francesco d’Assisi il Tau assume il significato che oggi riconosciamo in questo simbolo. Egli utilizzava con frequenza, a scopo di devozione, il Tau: “Familiare gli era la lettera Tau, con la quale firmava i biglietti e decorava le pareti delle celle” (3 Cel. 3, 828).
Con tale sigillo, Francesco firmava le sue lettere ogni qualvolta, per necessità o per spirito di carità, inviava qualche suo scritto (3 Cel. 159, 980). Su se stesso, infine, san Francesco tracciava il segno del Tau per consacrare le sue azioni al Signore. Tommaso da Celano in questo modo racconta la visione di frate Pacifico: “Scorse con gli occhi della carne sulla fronte del beato Padre una grande lettera Tau che risplendeva di aureo fulgore” (3 Cel. 3, 828).
Francesco adottò il Tau come distintivo per se stesso per la forma stessa di questa lettera, la cui grafia è quella di una Croce. Nessun segno che ricordasse il Cristo era di poco conto ai suoi occhi. Così venerava il Tau che gli richiamava l’amore per il Crocifisso. Questo comportamento acquista una particolare importanza se considerato in un’epoca in cui esistevano forti correnti eretiche che rifuggivano da questo stesso segno.
Molto probabilmente, Francesco fu influenzato nella sua attenzione verso il Tau da un discorso di Papa Innocenzo III, tenuto l’11 novembre del 1215, in apertura del IV Concilio Lateranense. Il Papa, facendo propria la parola di Dio al profeta Ezechiele, si rivolse a ciascun membro del Concilio: “Segnate con il Tau la fronte degli uomini, segnateli con la forma della Croce prima che fosse posto il cartello di Pilato. Uno porta sulla fronte il segno del Tau se manifesta in tutta la sua condotta lo splendore della Croce; si porta il Tau se si crocifigge la carne con i vizi ed i peccati, si porta il Tau se si afferma: di nessun altro mi voglio gloriare se non della Croce di Nostro Signore Gesù Cristo. Siate dunque campioni del Tau e della Croce”.
È probabile che Francesco, presente a quel Concilio in cui fu approvata la Regola Francescana, volle, per obbedienza al Papa, segnare se stesso con il Tau della penitenza e, segnando i suoi frati, richiamare le esigenze della vocazione.
Analizzando il contenuto spirituale del Tau in san Francesco, si distinguono quattro grandi temi essenziali per la fede e la mistica francescana:
1) Il Tau è salvezza. Nessuno può essere salvato se non è “segnato” con il Tau, o, più in generale, con una Croce. Francesco vedeva in questo segno una nuova certezza di salvezza. Il giorno in cui si accorse che frate Leone era assalito dal dubbio sul suo destino eterno, Francesco disegnò la lettera del Tau e gli restituì la speranza.
2) Il Tau è salvezza attraverso la Croce. Alla salvezza si giunge attraverso il battesimo nel sangue di Cristo, sparso sulla Croce. Tale è il mistero di ogni Croce e del segno del Tau. San Francesco prega: “Ti adoriamo, o Cristo, e ti benediciamo perché con la Tua Santa Croce hai redento il mondo”. La spiritualità del Tau è la spiritualità della Croce, cioè dell’amore di Cristo, morto per noi sulla Croce.
3) Il Tau è salvezza attraverso la penitenza. Se la Croce porta salvezza, è necessario rinnovare quotidianamente il mistero della Croce in noi stessi, portando ogni giorno la Santa Croce del Signore Nostro Gesù Cristo. Questa è la crociata del Tau, predicata da san Francesco, costituita non da armati per conquistare Gerusalemme, ma da uomini penitenti venuti da Assisi per predicare a tutti: “Fate penitenza, fate frutti degni di penitenza”. Come Gesù aveva detto: “Chi vuole seguirmi deve portare la Croce”, così Francesco si rivolge a noi tutti dicendo: “Chi vuole seguirmi deve essere segnato con il Tau, che ha la forma di una Croce”.
4) Il Tau è segno di vita e vittoria. La liturgia del tempo di Francesco fornisce al Tau gli stessi attributi che venivano dati alla Croce: “Est Tau vivifico insignitus... crucifixi servulus”. Frequente, anche, a quel tempo, era considerare il Tau come segno di vittoria. San Francesco non avrebbe potuto non cantare la sua gioia di essere stato salvato: “Io non mi voglio gloriare se non nella Croce del Nostro Signore” (Fioretti di san Francesco 8, 1836).
Oggi i seguaci di Francesco, laici e religiosi, portano il TAU come segno esterno, come "sigillo" del proprio impegno, come ricordo della vittoria di Cristo sul demonio attraverso il quotidiano amore oblativo. Si tratta del segno distintivo del riconoscimento della loro appartenenza alla famiglia o alla spiritualità francescana. Il Tau non è un feticcio, né tanto meno un ninnolo: esso, segno concreto di una devozione cristiana, è soprattutto un impegno di vita nella sequela del Cristo povero e crocifisso.
Il segno di contraddizione è diventato segno di speranza, testimonianza di fedeltà fino al termine della nostra esistenza terrena.
In definitiva, il Tau è simbolo di conversione permanente e di rinuncia alla proprietà. Convertirsi, lasciarsi segnare dal Tau, è farsi poveri.
Tau dipinto da san Francesco |